edifici pubblici

Città dello spazio

Progetto di rifunzionalizzazione e adeguamento sismico di un edificio industriale.

COMMITTENTE

Invitalia S.p.A.

 

TEAM

Arch. F. Russo (team leader), Arch. R. Russo,  Ing. G. Sblendorio, Ing Vincenzo Dicecca, Arch. Stefano Serpenti, Ing. Vito Sciruicchio, Arch. Paolo Redaelli, Geoatlas S.r.l., Arch. A. Trisolini, Arch. S. Dentico

 

LUOGO

Matera

 

ANNO

2021

La “Città dello Spazio” rappresenta un ulteriore progetto nell’ambito del percorso narrativo del Parco della Storia dell’Uomo e va ad integrarsi ai progetti della Civiltà Rupestre e Preistoria. Nella continuità storica ed evolutiva, lo Spazio rappresenta la genesi della vita e il futuro: dalla selce degli utensili primitivi al silicio dei computer sempre più potenti, dai buchi neri di una grotta paleolitica ai buchi neri dell’Universo.

Il Comune di Matera ha inteso realizzare l’intervento “Parco della Storia dell’Uomo – Città dello Spazio” all’interno del lotto dato in concessione dalla Regione Basilicata all’ASI, nel perimetro del Centro di Geodesia Spaziale  “Giuseppe Colombo”. Considerato che il Centro di Geodesia Spaziale di Matera opera nell’ambito della geodesia spaziale, del telerilevamento, della robotica spaziale e delle missioni interplanetarie e rappresenta una delle principali strutture di ricerca e trasferimento tecnologico d’Italia, l’intervento ha l’obiettivo di sviluppare le potenzialità attrattive del territorio comunale di Matera e valorizzare l’area e le attività che interessano il Centro di Geodesia Spaziale, quale polo di particolare attrattività sia didattica che turistica.

L’intervento si sostanzia, concretamente, nella realizzazione di un planetario, un telescopio esterno su ruote, di uno spazio espositivo e di divulgazione scientifica tra cui un’area dedicata a “Rocco Petrone” (pioniere della corsa allo spazio di origini lucane, direttore del programma Apollo che portò i primi uomini sulla luna).

L’intero edificio è stato consolidato e adeguato alle nuove normative anti sismiche visto il radicale cambio di funzione subito. Gli interventi hanno interessato il rinforzo di travi e pilastri mediante fibre al carbonio, il rinforzo a flessionegrazie al ripristino della sezione e al recupero di ferri e cls.  Sono state realizzate nuove platee di collegamento alla base dell’edificio.

L’edificio è stato rifunzionalizzato anche da un punto di vista impiantistico recuperando al massimo gli impianti esistenti e giustapponendo a questi nuovi cablaggi e nuove macchine dove necessario. Poiché l’edificio esistente era destinato a Laboratorio di robotica e non era attività soggetta a prevenzione incendi, è stato necessario, a causa della nuova destinazione d’uso, invece, adeguarlo alle nuove attività soggette a prevenzione incendi.

L’atmosfera ricercata per i nuovi spazi ha voluto indagare le sensazioni di sorpresa e immersione in uno spazio dal carattere prettamente industriale, un po’ asettico.

Il progetto di adattamento alle nuove funzioni previste definisce una strategia d’intervento volta a rifunzionalizzare l’edificio esistente senza perdere i connotati industriali e fornire un progetto integrato in cui si consideri già la presenza del Planetario.

All’interno di un processo riadattivo dell’edificio è stato ridefinito l’ingresso al nuovo planetario attraverso l’inserimento di una facciata continua strutturale a tutto vetro che connota il nuovo ingresso; è stato necessario ridefinire l’accessibilità all’edificio unificando le quote pavimentali interne ed esterne per mezzo di un sistema integrato di scala-rampa di nuova costruzione.

La rifunzionalizzazione degli spazi ha definito un nuovo ingresso-accoglienza capace di ospitare notevoli flussi di visitatori, connotandolo come ambito espositivo, creando sorpresa e meraviglia nei visitatori appena entrati sfruttando il doppio volume esistente e sfruttando le ampie pareti come grandi proiettori.

Infatti la visita didattica inizia da subito appena entrati nel nuovo planetario grazie a dei videoproiettori che raccontano la storia di Rocco Petrone e della scoperta della Luna.

La grande sala, prima dedicata alla riparazione delle ottiche spaziali, accoglie il nuovo planetario con cupola a vista e 62 posti a sedere, dal diametro di 10m. Il planetario, posizionato al centro della sala, è composto da una grande cupola metallica appoggiata su 8 colonne scatolari in acciaio e con un sistema di trave elicoidale a mensola che lo sostiene. La cupola semisferica ha un angolo di inclinazione di 10 gradi, per migliorare la visione degli spettacoli proiettati, ed è composta dalla giustapposizione di pannelli in lamiera curvati e microforati, montati su arcarecci; la platea è orientata e inclinata con il medesimo angolo della cupola, ed è completata da un sistema di sedute a schienale inclinato per consentire la visione della proiezione sino allo zenith, senza affaticare lo spettatore.