Comune di San Vito dei Normanni
Arch. F. Russo, Dott.ssa Marisa Milella
San Vito dei Normanni (LE)
2001
Il progetto del percorso della civiltà rupestre vide la luce nel 1995 come primo esperimento di un intervento di fruibilità di un territorio di particolare interesse storico paesaggistico quale quello posto a nord di Brindisi e limitrofo al territorio di San Vito dei Normanni e di Mesagne.
L’area include due poli fondamentali dal punto di vista naturalistico – ovvero la riserva naturale di Torre Guaceto ed il canale Reale – e due emergenze storico artistiche, come la basilica di San Biagio e la cripta di San Giovanni. La missione di quel progetto era quella di raccordare tra loro elementi storico-artistici con lo splendido contesto ambientale attraverso un collegamento ciclo pedonale attrezzato che si sviluppasse parallelamente al percorso fluviale del canale Reale che collega già i due siti storico artistici tra loro, valorizzando e in maniera esponenziale le potenzialità.
L’idea progettuale è stata finanziata e realizzata all’interno dei POP nel ’97, mentre il percorso è gestito da volontari del “ciclismo” e la basilica di san Biagio dal Comune di San Vito dei Normanni.
Tutto ciò si è reso possibile dopo un complesso intervento che ha risanato il Canale Reale nel 1995. E’stata infatti creata una condotta interrata, parallela al corso del Canale, che raccoglie gli scarichi urbani e industriali precedentemente riversati direttamente nel Canale.
L’eliminazione di questa grave forma di inquinamento ha bonificato anche le aree contermini al Canale Reale che, nell’antichità, era navigabile. Il percorso quindi nasceva in gran parte sulla sede della condotta interrata di bonifica e sulla proprietà pubblica del Comune di San Vito dei Normanni, escludendo in tal modo i costi degli espropri.
Il percorso storico/ambientale del Canale Reale
Il progetto realizzato di fatto dà forma ad un vero e proprio parco lineare che si è inserito nell’ambito di Torre Guaceto, completandone l’offerta turistico/ambientale sotto il profilo storico e archeologico.
La presenza lungo il corso del canale Reale del santuario di San Biagio e dell’insediamento di San Giovanni giustificano ampiamente la realizzazione di un percorso che si sviluppa complessivamente lungo l’entroterra ed inoltre permette un approccio certamente suggestivo agli insediamenti rupestri che saranno raggiunti gradualmente, quasi ripercorrendo idealmente le tracce degli antichi abitanti.
Per realizzare il percorso è stato necessario il coinvolgimento di vari Enti, in particolare per l’autorizzazione alle Ferrovie dello Stato, Anas e Provincia di Brindisi, per i vari attraversamenti come il ponte delle ferrovie della tratta Bari Brindisi dove è stato necessario fare lungo le sponde una carreggiata di m.3,10 di larghezza e lunghezza variabile, per far fruire ai diversamente abili il percorso e ai ciclisti di superare una barriera.
Questo è stato possibile anche nell’attraversamento della SS 16 con un passerella ciclabile pedonale lungo i due argini che permette di superare le interferenze con la sede stradale utilizzando lungo le scarpate una carreggiata naturale esistente, attrezzandola con un muro di contenimento in pietra nella parte esterna e pareti di calcestruzzo armato all’interno, con riempimenti di ghiaia e pietrisco e con rinterro lungo gli argini , una cilindratura del pietrisco e un sistema di meccanismi di sicurezza per impedire, in caso di sovralzo del livello idrico nel canale Reale, l’accesso ai fruitori pedonali ed ai ciclisti l’uso delle rampe e carreggiate del percorso di attraversamento al disotto dei due ponti.
Lungo il percorso di attraversamento dei due ponti sono state realizzate delle staccionate in legno di castagno con disegno a croce di Sant’Andrea, le quali fungono da ringhiere di protezione.
Tale sistema è stato utilizzato su gran parte del percorso ciclabile, in particolare nelle zone limitrofe al canale e come recinzioni delle aree di sosta attrezzate.
Il percorso ciclopedonale è stato completamente realizzato con materiali naturali per non creare alterazioni al paesaggio, come ad esempio l’uso come sottofondo di un pietrisco di pezzatura da 40/70 mm, lungo le scarpate da 5/8 mm, lo spandimento del massetto di tufo e la cilindratura. Oltre i sottofondi stradali naturali sono stati scelti e impiegati pavimentazioni drenanti come il terreno stabilizzato, quando ancora non si parlava di materiali drenanti, e calcestre evitando l’uso di pavimentazioni in cemento.
Altro aspetto non trascurabile è stata la bonifica necessaria di alcuni tratti del canale Reale, in particolare sotto i ponti e lungo gli argini, dando anche una nuova configurazione a questi tratti attraverso la piantumazione di essenze mediterranee che hanno l’obiettivo anche di consolidamento degli argini. Lungo tutta la pista ciclabile è stato effettuato un riporto di terreno vegetale senza radici per effettuare un raccordo con gli argini del canale in modo tale da far rivivere una piantumazione spontanea pluviale.
Il percorso ha dato la possibilità di effettuare escursioni tali da enfatizzare il fascino realtà artistiche e naturalistiche, compresa l’avifauna presente e la stessa vegetazione pluviale che ne costituisce l’ambiente per 10 km ca.
Tale percorso è stato realizzato lungo il canale Reale sul sedime in cui è collocata la condotta interrata del Consorzio ASI di Brindisi che ha costituito una pista ciclabile ed un sentiero pedonale attrezzato.
Il sentiero pedonale consente di effettuare escursioni dalla riserva di Torre Guaceto verso l’entroterra. Il percorso nel suo complesso è delimitato da vegetazione mediterranea (alberature e siepi): in particolare sono stati utilizzati alberi di carrubo, melograno e fico, per le siepi rosmarino, mirto e alloro, con il fine sia di una migliore integrazione paesaggistica con il contesto, ma anche per ragioni di migliore manutenzione e gestione da parte della pubblica amministrazione.
Sono state realizzate due aree di sosta, nei pressi degli insediamenti rupestri di San Biagio e San Giovanni, adeguatamente ombreggiate e pensate sin da subito come poli scambiatori con altri mezzi, mentre nella zona di partenza in prossimità della complanare SS 379 di Torre Guaceto è stata realizzata un’area di sosta, attrezzata con arredo urbano composto da doppi tavoli e panchine in pietra e legno.
Gli insediamenti rupestri
Il corso del canale Reale che sfocia nei pressi di Torre Guaceto, è inserito in un’area agricola particolarmente fertile ed ha costituito, intorno all’anno 1000, un elemento catalizzante per lo sviluppo di uno straordinario habitat rupestre. Nei pressi del corso del Canale, infatti, sono presenti insediamenti monastici insediatisi nel corso della storia nelle cavità rupestri.
In particolare, il corso del Canale Reale, rispettivamente a una lunghezza di 4 km dall’attuale sede della SS379 e 6 km dal mare, presenta due insediamenti rupestri di notevole rilievo: si tratta, rispettivamente, dell’insediamento di San Biagio e di quello di San Giovanni.
Tali insediamenti si inseriscono nell’esteso fenomeno socioculturale della civiltà rupestre in Puglia.
Il fenomeno della civiltà rupestre in Puglia
E’ opportuno a questo punto fare alcuni cenni sul fenomeno della civiltà rupestre in Puglia, che si sviluppò nei secoli VII-XIII, in cui la storia della regione risulta complessa e tumultuosa, in un fitto intrecciarsi di dominazioni diverse.
Risulta complesso definire il periodo e le motivazioni che spinsero le popolazioni greco¬ ortodosse ad insediarsi nell’Italia Meridionale, ma è opportuno chiarire che la diffusione del monachesimo, specie in Puglia, oltre agli aspetti di carattere spirituale, assunse una forte rilevanza politica ed economica: i monaci infatti riescono ad attrarre profondamente le verso il mondo bizantino le popolazioni con cui vengono a contatto ed a costituire elemento di unità e continuità della vita greca nell’Italia meridionale.
Le popolazioni locali hanno modo di assimilare la nuova civiltà che, con diversa dottrina e norme di vita, diventa per loro stimolo e ascesa per una positiva evoluzione di carattere economico, sociale e culturale.
In particolare, per ciò che riguarda la Puglia, importanti chiarimenti sono forniti dalla scoperta e dallo studio di numerosi santuari, oratori e monasteri rupestri.
Questi monumenti forniscono non solo un’idea precisa della localizzazione degli insediamenti rupestri in Puglia, ma una conoscenza diretta e immediata della vita spirituale, associativa e sociale della comunità dei monaci nel volgere dei secoli.
Lo studio dell’architettura di questi eremi basiliani e delle decorazioni pittoriche superstiti aiutano a stabilire i periodi degli insediamenti, la loro natura, la funzione, la possibilità effettiva di rapporti con le popolazioni locali ed, infine, l’evoluzione dello stesso fenomeno del monachesimo.
Si tratta di un periodo storico che va dal VII al XIII secolo e che risulta legato alla penetrazione della civiltà greco ortodossa, divenuta così consistente e radicata da sopravvivere alla rottura normanna e al ritorno della Latinità, almeno sino alla metà del ‘300.
La Basilica rupestre di San Biagio
La basilica di San Biagio è situata al centro di un insediamento rupestre di carattere monastico.
Tale insediamento è collocato nel banco roccioso, propaggine collinare delle Murge, in cui sono visibili incavi di grotte che denotano la presenza di un esteso insediamento rupestre. Sul costone principale, che si eleva in altezza per circa 5/6 metri da sud a nord a forma semicircolare sul lato sinistro del fiume, si trovano le testimonianze principali dell’insediamento.
Il carattere monastico appare subito evidente dalla disposizione delle varie grotte, con cappella in zona centrale, individuabile per il portale accuratamente incavato nella roccia e per la presenza nelle altre grotte di giacitoi, nicchiette, sedili, poggialampade e croci greche.
Sull’altra sponda del Canale Reale, inoltre, sono presenti altre grotte, parzialmente crollate; a circa 500 m, verso la ferrovia sono presenti altre tre grotte di forma rettangolare poste una accanto all’altra.
La basilica di San Biagio
In tale complesso la basilica di San Biagio è ben visibile sul costone con esposizione verso nord e si individua per la porta alta con arco a tutto sesto, scolpita con precisione insolita per le chiese rupestri.
L’importanza della Basilica (riconosciuta già dal X secolo con apice nel XII sec.) è testimoniata dalla presenza degli affreschi di grande qualità con un ciclo pittorico integro.
L’ insediamento di San Giovanni
L’insediamento di san Giovanni è ubicato a circa 2 Km da San Biagio lungo il costone del fiume Reale, completamente scavato nella roccia e parzialmente interrato.
Attualmente, oltre che dalla Chiesa è costituito da due altre grotte semi-crollate, in una delle quali sono scavate due piccole celle di forma rettangolare. Altre grotte sono crollate ed un’altra detta delle “sette camere”, con un corridio centrale e sette bracci laterali, è quasi completamente interrata.
Impianto architettonico
La chiesa di san Giovanni, ha una pianta rettangolare irregolare, le cui dimensioni sono circa di 7,70m x 5,20m.
La chiesa è divisa in due navate e aula di ingresso da un pilastro centrale su cui poggiano tre archi a tutto sesto. In fondo sono collocate tre piccole absidi. Sulla destra per chi entra è presente una parete affrescata che delimita in parte il presbiterio.
La chiesa è interrata e vi si accede attraverso una porta con arco a tutto sesto in cui sono incise alcune croci greche. L’importanza di questo sito è testimoniata dalla presenza degli affreschi bizantini, posti nell’abside centrale, sulla parete laterale a sud e su quella che delimita il presbiterio.
L’affresco dell’abside centrale
Nell’abside centrale è affrescata la Déesis, accanto alle aureole sono poste le iscrizioni esegetiche.
Il restauro dei monumenti ha interessato non solo gli affreschi ma anche la sistemazione esterna, in raccordo con la pista ciclabile-pedonale e dunque anche con le aree di sosta e le attrezzature per la fruizione, in particolare per la visita programmata alla basilica di San Biagio e ai suoi affreschi.
A tale scopo sono stati realizzati un impianto elettrico e di illuminotecnica con fibre ottiche, un impianto di trattamento dell’aria e di umidificazione alimentata da pompa di calore.
Una zona di sosta attrezzata a se’ stante è stata realizzata nella zona paesaggistica tra il bosco della masseria Baccatani e il canale Reale.
Tutte le aree sono attrezzate con panche in pietra e legno, un tavolo e vegetazione mediterranea che assicurasse la presenza di zone d’ombra per la sosta.
Le aree attrezzate e il percorso per 10 Km è stato opportunamente attrezzato con cestelli per rifiuti, una cartellonistica molto specifica, sia sui beni naturali e artistici da visitare, sia propri della viabilità ciclabile e pedonale. Sono stati realizzati dei dissuasori in pietra tra i vari attraversamenti ma anche per evitare l’uso a mezzi meccanici del percorso.
Laddove il canale presenta più ampie zone nel suo alveo si sono realizzate dei semplici artifici di mascheramento – quali ad esempio incannucciate, tettoie, feritoie di osservazione – per consentire l’osservazione dell’avifauna migratrice, che stagionalmente staziona sul corso d’acqua.
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Laureato in Architettura presso la Facoltà di Architettura di Ferrara il 19/03/2010 con votazione 109/110, con Tesi di Laurea in Progettazione Architettonica e Urbana “Detroit. Reinterpretare la dismissione – Conversione di un tessuto industriale rarefatto in tessuto urbano attraverso l’introduzione di supporti per una ecologia creativa”.
Iscritto all’Ordine degli Architetti P.P.C. di Bari al n. 3112 dal 2012.
Esperto in progettazione architettonica e urbana, nel marzo del 2022 consegue il titolo di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio presso il Politecnico di Milano.
Ha frequentato con successo alcuni moduli curriculari del “Laboratorio di progettazione: il progetto dello spazio pubblico” all’interno del Master Architettura del Paesaggio promosso dall’Universitat Politecnica de Catalugna Barcelona.
Ha conseguito con successo il “Corso di perfezionamento post-laurea: territori, comunità, produzioni – Ricostruire per innovare/innovare per ricostruire a seguito di eventi naturali catastrofici” (400 ore) promosso da: Regione Emilia-Romagna, Università dgli Studi di Ferrara e UNESCO.
È in possesso dei requisiti professionali di cui al D.lgs, 81/2008 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Continua ad affrontare le tematiche inerenti il riuso e il restauro dello spazio costruito partecipando a diversi concorsi di progettazione nazionali e internazionali, riversando la propria ricerca sulle progettazioni che contraddistinguono il suo operato a livello nazionale.
Affronta progetti di pubblico interesse per conto di diverse Amministrazioni, a diverse scale progettuali.
Si laurea cum laude presso il Politecnico di Bari – Facoltà di Architettura nel 2022, con una tesi in progettazione urbanistica dal titolo “Rigenerazione urbana nelle periferie storiche. Il quartiere Libertà” di Bari, nell’ambito della quale svolge un tirocinio presso l’ufficio Urbanistica del Comune di Bari per elaborazione GIS di dati sull’edilizia storica residenziale.
Ottiene l’abilitazione alla professione di architetto a Novembre 2022. In ambito universitario partecipa nel 2016 al Workshop
internazionale in Costruzione dell’architettura Bari – Ankara, “Lo spazio domestico e i caratteri dei luoghi”.
Laureato in Architettura presso l’Università La Sapienza di Roma, il 26/07/1976 con votazione 110/110, con Tesi di Laurea in Composizione Architettonica, relatore prof. Giuseppe Perugini.
Iscritto all’Ordine degli Architetti di Bari al n. 666 dal 1986.
Nel 1998 si specializza in progettazione del paesaggio tramite il “Concorso di perfezionamento post-laurea: Master di Progettazione del Paesaggio” – Istituito dall’Università degli Studi di Ferrara – Facoltà di Architettura. Esperto in progettazione architettonica, restauro e rifunzionalizzazione di edifici storici e contemporanei, in restauro di beni monumentali, progettazione museale, architettura del paesaggio ed economia urbana e territoriale.
È abilitato e iscritto all’Elenco del Ministero dell’Interno in materia di sicurezza antincendio di cui alla legge 7/12/84 n. 818; è in possesso dei requisiti professionali di cui al D.lgs. 81/2008 in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Tra le opere realizzate si possono ascrivere numerosi restauri delle più importanti cattedrali pugliesi (Bari – Otranto – Bitetto – Giovinazzo – Galatina), castelli e palazzi gentilizi (Palazzo Dentice di Frasso – Palazzo Michele Imperiale – Castello di Acaya – Ex Palazzo Vescovile di Bitetto), numerosi musei diocesani (Bari – Bitonto – Molfetta – Otranto) curando allestimenti e percorsi museali, e in generale numerose opere di restauro architettonico. Sono state inoltre progettati e realizzati interi quartieri residenziali, progettazioni ex-novo di edifici pubblici, centri sociali e polifunzionali, programmi e piani di recupero di vaste aree urbane e di interesse ambientale-paesaggistico.
Si laurea cum laude presso il Politecnico di Bari – Facoltà di Architettura, con una tesi in Restauro architettonico dal titolo “Il castello di Tutino (LE). Dall’analisi al progetto di restauro”.
Partecipa con la tesi di laurea a diversi concorsi vincendo, con i suoi colleghi, la menzione d’onore al Concorso Nazionale “I PREMIO giovani – SIRA 2016” e la segnalazione al Concorso Nazionale “Premio SACU 2015” indetto dall’Università di Camerino.
Si iscrive all’albo degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari (sezione A) il 18 gennaio 2016, n. matricola 3459, e consegue l’attestato per Coordinatore della Sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dei lavori il 13 maggio 2016.
Svolge un tirocinio presso la Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Bari dal luglio al settembre 2017 e partecipa a due Workshop internazionali organizzati da ICE -Assorestauro nel 2016 in Libano e nel 2018 a Milano, Piacenza, Ferrara, Padova e Venezia. Per quest’ultimo è nel team di accompagnatori dei delegati stranieri e fa da relatrice al convegno “Export the restoration practises: a balance between training and promotion”, tenuto al Salone del Restauro di Ferrara.
Si specializza il 20 dicembre 2019 in Beni Architettonici e del Paesaggio presso il Politecnico di Milano con una tesi di analisi e conservazione della basilica di Ererouk in Armenia.
Si laurea presso il Politecnico di Bari – Facoltà di Architettura nel 2019, con una tesi in progettazione architettonica dal titolo “Nuove forme dell’abitare: Tirana – Modelli insediativi per il quartiere industriale Kombinat”.
Si iscrive all’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Bari (Sez. A) il 27.01.2021, n. matricola 3909.
Svolge dapprima un tirocinio trimestrale presso l’impresa edile Garibaldi Fragasso S.R.L. di Bari e successivamente un tirocinio semestrale presso lo studio di progettazione ECDM Architectes di Parigi.
Si laurea cum laude presso il Politecnico di Bari – Facoltà di Architettura nel 2023, con una tesi in disegno dell’architettura dal titolo “Teatri di Puglia”, con la quale partecipa al 44° Convegno Internazionale dei Docenti delle Discipline della Rappresentazione, tenutosi a settembre 2023.
Ottiene l’abilitazione alla professione di architetto il 31.07.2023. In ambito universitario, nel 2021, partecipa al progetto di mobilità Erasmus, presso l’Escuela Técnica Superior de Arquitectura di Siviglia, sviluppando un progetto di architettura sostenibile, interamente in cartone, pubblicato nel volume “Il futuro dell’architettura e design. Studi e progetti all’insegna di innovazione e sostenibilità”, per la Biennale Cartasia di Lucca. Svolge dapprima un tirocinio annuale presso lo studio di progettazione Cassano Architettura di Bitonto, affrontando progetti di edilizia residenziale ed occupandosi di modellazione e rendering.