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Museo Ridola

Restauro e allestimento museale del Museo Archeologico Nazionale di Matera.

COMMITTENTE

Museo Nazionale di Matera 

TEAM

Arch. F. Russo, Arch. R. Russo, Arch. F. Alberga – Arch. L. Capone – Arch. S. Cappa – Studio Perillo S.r.l. – Dott.ssa Carmela D’auria – Dott.ssa M. Russo – Dott. Prof. M. Papi

CONSULENTI

Studio Azzurro S.r.l. – dott.ssa Patrizia D’Onghia

LUOGO

Matera (MT)

ANNO

2023

L’obiettivo strategico è il miglioramento complessivo dell’attrattività del Museo Ridola, costruendo un museo che valorizzi le proprie collezioni, partendo da un progetto museologico di elevato contenuto scientifico, secondo un percorso di visita e allestitivo innovativo, implementando gli spazi e le funzioni per la didattica. Il progetto pertanto prevede il restauro e la rifunzionalizzazione degli ambienti che compongono il complesso allocandovi adeguate destinazioni d’uso che permettano un continuo e osmotico rapporto con i cittadini e i visitatori.

È stata pertanto rivisitato completamente sia del percorso di visita del museo che dell’allestimento, includendo nel percorso di visita anche il cortile interno e il giardino, resi fruibili anche indipendentemente dalla visita alle esposizioni permanenti. Mentre gli interni del Palazzo Ridola sono stati riallestiti e riadattati al nuovo percorso museale, gli interventi sulle facciate hanno un imprinting più conservativo e di tutela dell’apparato decorativo fin qui tramandato.

Il percorso espositivo è stato ripensato nell’ottica di ottimizzare la fruizione del complesso e rendere indipendenti gli ambienti destinati all’allestimento museale da quelli adibiti alle funzioni più pubbliche e a servizio della città. Infatti al piano terra sono stati inseriti, oltre alla biglietteria, il nuovo Visitor Center, un’aula didattica per bambini e una sala auditorium. Al piano terra inizia la visita al museo, organizzata secondo la tipologia di percorso cronologico-topografico, con le sale che illustrano la civiltà dal Paleolitico al Neolitico per arrivare all’Età del Bronzo e del Ferro attraversando l’Eneolitico. Il piano primo è invece dedicato all’Età Arcaica, all’Età Classica ed Ellenistica, con degli approfondimenti tematici sulle produzioni ceramiche metapontine e ai preziosi reperti del Santuario di Timmari. 

Anche il piano sottotetto è stato riprogettato come ulteriore piano fruibile dalla cittadinanza e dagli studiosi del settore. Oltre al nuovo roof-garden che ospiterà eventi all’aperto, il sottotetto è stato riorganizzato per ospitare una biblioteca con sala lettura per studiosi e apposite aree di deposito-archivio concepito come innovativo spazio di esposizione reperti.

Il percorso museale garantisce la massima accessibilità alle diverse aree del Museo, garantendone al contempo la massima flessibilità in termini di utilizzo differenziato nel tempo e nello spazio.  Infatti, il nuovo percorso organizza il museo affinchè esso sia facilmente “compartimentabile” in funzione delle nuove funzioni che il museo accoglierà con l’obiettivo di aprirsi alla città di Matera. 

Il progetto mira a rendere accessibili gli ambienti a tutti i livelli del complesso, sia internamente che esternamente, creando percorsi fruibili e segnalati accuratamente, grazie all’inserimento di due nuovi ascensori, due piattaforme elevatrici e rampe per superare piccoli dislivelli.

Ai fini della riconfigurazione del percorso espositivo, è stato necessario inserire un nuovo volume di collegamento che unisse le due ali del museo. I nuovi inserimenti si connotano come soluzioni architettonicamente distinguibili, reversibili, disassemblabili e rimovibili, grazie all’impiego di strutture a secco come l’acciaio. I nuovi “innesti”, intese come nuove micro architetture a supporto della visita, introducono nuove presenze materiche e nuovi livelli di scrittura contemporanee. La struttura portante è costituita da tre cavalletti strutturali a ‘v’ di coppie di colonne tubolari in acciaio, ancorate tramite piastre metalliche ad un cordolo di fondazione. Il posizionamento dei sostegni verticali preserva la prospettiva visuale del piano terra verso la corte da ingombri inopportuni.

Il progetto per il nuovo allestimento ha sviluppato alcune tipologie di vetrine in cui l’oggetto esposto, la luce, il racconto multimediale e la partecipazione del visitatore concorrono a configurare un unico dispositivo che rende l’intero percorso museale un grande e articolato organismo capace di coinvolgere il pubblico ad una maggiore partecipazione. Le bacheche diventano così esse stesse oggetti narranti, custodi del racconto legato ai reperti che espongono e proteggono. Nell’esplorare il museo si potrà dunque incontrare una bacheca molto semplice, da cui inaspettatamente si manifesta il racconto di un concetto o di un frammento di storia perduto: le immagini in movimento abitano l’interno della bacheca e talvolta migrano al suo esterno, coinvolgendo lo spazio popolato dai visitatori. Molte delle strutture espositive sono state immaginate come “oggetti narranti” che, attraverso immagini video, suono e luce, coinvolgono diversi piani di proiezione e raccontano la storia del reperto custodito al loro interno.

La rifunzionalizzazione del complesso architettonico ha interessato anche la componente impiantistica arrivando ad un importante efficientamento energetico del museo. La metodologia progettuale si fonda sulla consapevolezza che l’adeguamento tecnologico non deve inficiare la matericità del complesso e pertanto si prediligono soluzioni tecniche in cui si recuperano i cavidotti esistenti per un loro reimpiego per garantire verticalità impiantistica tra i piani senza compromettere ulteriormente la consistenza materica del monumento. La capillarità degli impianti viene garantita attraverso il passaggio dei corrugati nei nuovi controsoffitti e contropareti oppure a pavimento, lì dove questi verranno sostituiti e rifatti ex novo, o mediante tracce localizzate con smontaggio e rimontaggio della pavimentazione esistente.