monumenti

Castello di Massafra

Restauro e rifunzionalizzazione del castello per la realizzazione del museo diffuso della civiltà rupestre.

COMMITTENTE

Comune di Massafra

TEAM

Arch. F. Russo, Arch. R. Russo, Arch. S. Serpenti, Ing. G. Sblendorio, Ing. U. Gallo, Ing. V. De Gennaro, Ing. S. Dal Sasso, Arch. N.C. Aluisio, Dott. geol. Pietro Pepe, Dott.ssa archeologa F. Laera

CONSULENTI

Dott.ssa Marisa Milella

LUOGO

Massafra (TA)

ANNO

2022

All’interno di una politica di rigenerazione del centro storico di Massafra, il Castello si configura come baluardo e cerniera di questa rinascita e grazie alla riconversione che questo avrà in nuovo “Museo diffuso della civiltà rupestre e la rete dei cammini nelle gravine”, il Castello di Massafra diventerà una nuova polarità urbana di grande richiamo e attrattiva. Il progetto di restauro e consolidamento del Castello si configura come intervento di ripristino della sicurezza degli ambienti interessati dall’intervento e di quegli spazi esterni soggetti al camminamento dei fruitori, restauro interno di alcuni ambienti al piano terra e primo, consolidamento di solai, volte e murature interessate da dissesti e già puntellati, revisione delle coperture non oggetto di interventi precedenti. L’obiettivo cardine è riaprire alla fruizione pubblica parte del Castello, che ad oggi è in stato di completo abbandono, restituendolo alla comunità nelle nuove vesti di Museo della civiltà rupestre e del territorio. 

Fondamentali per una conoscenza adeguata del Castello è stata una accurata analisi delle diverse fasi storiche e delle sue modifiche architettoniche subite nel corso dei secoli. Queste tipologie di indagini risultano essere alla base dello studio evolutivo della fabbrica architettonica e discernere i comportamenti statici nonché di comprensione dello stesso. L’analisi storico-costruttiva delle fasi evolutive del bene consente infatti di definire l’effettiva consistenza della “scatola muraria” e la reale definizione dei “maschi murari”. Su tale base è stato impostato il rilievo della geometria strutturale dell’organismo, stabilendo le unità strutturali indipendenti e le caratteristiche fisico meccaniche degli elementi costituenti le strutture portanti attraverso una campagna di indagini in situ. Di fondamentale importanza è stato lo step di ricerche d’archivio e fotografie storiche per ricostruire le vicende storiche del Palazzo e visionarne gli ambienti ai fini di una adeguata conoscenza materica e costruttiva. Tale ricerca ha permesso di ricostruire alcune evoluzioni storiche-ricostruttive del castello, ma anche fondamentale per definire le scelte di progetto come per gli infissi e i portoni, le ricostruzioni delle murature e aperture/chiusure di porte e vani.  Molto suggestive risultano essere alcune foto e cartoline che riprendono il villaggio “rupestre” ai piedi del Castello prima del crollo avvenuto negli anni Ottanta.

È stata effettuata una campagna di rilievi e indagini preliminari, al fine di circoscrivere il più possibile gli “imprevisti” nelle fasi di cantiere; essenziali, pertanto, sono risultati essere un rilievo metrico dettagliato e una campagna di indagini diagnostiche mirate. Sono state eseguite una campagna di rilievo avanzato mediante drone radiocomandato per coperture e gravina, laser scanner 3d degli ambienti interessati dall’intervento; indagini georadar ed endoscopie.

Gli interventi specifici di restauro e di consolidamento, fondati sui principi del “minimo intervento”, reversibilità e compatibilità materica e formale, sono rispettosi delle varie stratificazioni architettoniche succedutesi nel tempo, facendosi carico di conservare la memoria dei luoghi (palinsesto) e di salvaguardare i segni del tempo in quanto documenti autentici di quanto accaduto durante la sua vicenda. Il progetto è impostato seguendo le tecniche tradizionali di intervento di restauro materico, escludendo qualsiasi intervento incongruo al substrato materico e/o strutturale: è stato rilevato, infatti, che gli interventi avvenuti in passato abbiano snaturato la composizione architettonica spaziale del Castello, sia per quanto riguarda gli ambienti interni, sia per la stessa cortina muraria esterna. Il grande valore del bene, quale testimonianza storica e come elemento paesaggistico straordinari, limita l’ambito delle operazioni a un miglioramento delle attuali condizioni statiche conseguenti al degrado accumulato negli anni, oggi più che mai evidente dopo decenni di abbandono. Tale miglioramento conseguirà dalla superiore qualità delle reintegrazioni materiche proposte e dall’introduzione di dispositivi di solidarizzazione e connessione degli elementi resistenti che garantiscono quella capacità di resistenza della struttura che è venuta meno, fortunatamente, solo in alcuni ambiti locali.

L’obiettivo prioritario del progetto è sviluppare un sistema di consolidamenti ‘su misura’ che non snaturi l’opera e che non siano sproporzionati rispetto alle finalità dell’intervento. Si deve infatti perseguire il primario intento di salvaguardare il bene con le sue pregevoli caratteristiche costruttive, i possenti maschi murari in pietre calcarenitiche sbozzate, gli elementi lignei di trabeazione e in particolar le ultime tracce degli elementi modanati.

Poiché ogni costruzione, effimera o meno che sia, attesta il tempo che su di essa si è sedimentata lasciando i segni del cambiamento e delle trasformazioni, in quanto tracce e testimonianza delle diverse culture che si sono succedute e stratificate nel luogo, l’intervento di restauro qui proposto deve farsi carico, in funzione delle indagini e analisi effettuate, di recuperare la dimensione estetica del Castello rispettando e valorizzando i segni del tempo, delle evoluzioni costruttive che hanno caratterizzato il Castello, accettando di fatto un nuovo cambiamento della matericità dell’opera e della sua immagine, e di conseguenza la sua fruizione.

 

Diversamente da quanto perpetrato nell’ultimo intervento di restauro del 1985 in cui il Castello è stato oggetto di interventi invasivi e dannosi alla sua futura conservazione, come dimostra lo stato in cui versa, il progetto di restauro odierno deve risarcire i danni che il tempo e l’incuria hanno generato sulla materia e al contempo definire un approccio completamente diverso per i prossimi interventi. Oltre agli interventi di consolidamento di murature e volte necessari alla tutela del monumento, l’intervento di restauro, sulla base delle rilevanze materiche osservate e sulla base delle fonti archivistiche, ricostruisce l’immagine perduta del Castello prima che l’intervento del 1985 ne deformasse le geometrie e la consistenza statica.

Oltre agli interventi di restauro e ripristino funzionale il progetto ha interessato l’allestimento del futuro museo. L’uso mirato delle tecnologie multimediali e interattive consente di dar vita a esperienze altamente emozionali, di divulgare a un pubblico più ampio il patrimonio e di arricchire con nuove suggestioni la visita. Nelle sale, installazioni illuminotecniche completeranno gli effetti scenici rendendo la visita fisica uno spettacolo unico e suggestivo. L’elemento che definisce maggiormente l’identità/unicità del Castello di Massafra è il forte legame con il territorio delle gravine e la sua storia. Un nesso che si esplica nell’archeologia, nell’uso dei suoli, nelle antiche tradizioni, nel legame con la religione e la magia. L’intervento museografico ha, pertanto, il compito di cucire i diversi argomenti in un’unica coinvolgente narrazione che connetta il patrimonio culturale e le risorse ambientali di Massafra con il bene architettonico, illustrandone lo stile, le peculiarità, lo sviluppo cronologico, dalla realizzazione alle più recenti vicende. Il percorso museale è caratterizzato dall’individuazione di macro-tematiche legate sia al territorio della città di Massafra, che per le sue caratteristiche storiche – antropologiche la lega ad altri importanti centri urbani come Mottola, Laterza e Matera, sia alla legenda locale del mago Greguro, sia alla riscoperta del proprio castello. Pertanto l’allestimento e l’organizzazione del museo è così ripartito: Museo della civiltà rupestre e del territorio delle gravine, Museo del Mago Greguro e delle erbe officinali, Museo del Castello, Museo della vita castellare.

Lo sviluppo della progettazione impiantistica ha seguito le logiche della progettazione integrata attraverso il sistema basato sul confronto con le altre discipline (come richiesto da ICOM – International Council of Museum) e la collaborazione sistematica ed iterata, finalizzata alla definizione preliminare dei requisiti progettuali.  In merito alla rifunzionalizzazione complessiva degli impianti tecnologici (elettrici e speciali, climatizzazione) delle aree interessate dal progetto la metodologia progettuale si fonda sulla consapevolezza che l’adeguamento tecnologico non deve inficiare la matericità del Castello e pertanto si prediligono soluzioni tecniche in cui si recuperano i cavedi esistenti per un loro reimpiego per garantire verticalità impiantistica tra i piani senza compromettere ulteriormente la consistenza materica del monumento.  La distribuzione principale degli impianti elettrici e speciali sarà realizzata con tubazioni flessibili incassate a pavimento e cassette di derivazione/transito incassate a parete a circa 30cm da quota pavimento (filosofia impianto esistente). Le derivazioni ai punti luce e prese saranno realizzate con tubazioni flessibili incassate (nel caso di pareti intonacate) o con cavi pirotenax e/o tubazioni a vista del tipo cavo treccia.

L’intervento interessa anche parte della gravina sottostante il castello, per completare un progetto di riqualificazione paesaggistica già avviata dall’Amministrazione. L’intervento si propone di recuperare l’immagine che caratterizzava lo spalto occidentale della Gravina San Marco che costituiva un unicum paesaggistico, in cui natura ed architettura formavano un rapporto indissolubile. Il progetto di recupero paesaggistico si ripropone di richiamare e ricostruire l’immagine anche parziale dello scomparso “villaggio rupestre”, di cui rimangono poche tracce a seguito del crollo avvenuto nel 1985. La riproposizione dell’immagine si concretizza con una parziale ricostruzione dei muri perimetrali del villaggio, ricalcando le tracce murarie ancora visibili e la riproposizione dei collegamenti verticali e camminamenti originariamente esistenti e mediante la sopraelevazione dei resti di porzioni di murature del Villaggio Rupestre di Santa Marina collocato a ridosso della cinta muraria, sopravvissute al crollo del ‘85, a testimonianza storica della presenza antropica. L’intervento proposto intende ripristinare l’originario collegamento tra la piazza d’armi e la sottostante area adiacente alle mura, attraverso l’installazione di una esile scala con struttura in acciaio e pedate in pietra, con sviluppo parallelo alle mura perimetrali della piazza d’armi, e parapetti anticaduta in accio CorTen. Lo smonto della scala avverrà in corrispondenza della copertura di un edificio sottostante, con pendenza che verrà trattata come “tetto giardino” mediante la posa in opera di terrazzamenti, scanditi da murature in tufo di limitata altezza (circa 35 cm), che definiscono il sistema dei percorsi e del verde per mitigare paesaggisticamente la soletta in cemento ai piedi della piazza d’armi del Castello realizzata a seguito del crollo del 1985.