spazi pubblici

Ponte Navetta

Progetto di un nuovo ponte ciclopedonale.

COMMITTENTE

Comune di Parma

TEAM

Arch. F. Russo , Arch. R. Russo, Arch. A. Trisolini

LUOGO

Parma

ANNO

2013

Il Ponte della Navetta connetteva le due sponde e le due parti di città fuori le mura, che a sud si stemperano nella campagna e ci si lascia presto alle spalle volgendo libero lo sguardo alle colline e ai monti. La Navetta non collegava semplicemente due sponde, ma dava nome, identità e carattere ad un luogo; quel particolare tratto di torrente, lo rendeva inconfondibile a chi attraversandolo, camminandoci o pedalandoci sopra, poteva apprezzare prossimità e lontananze, a seconda delle ore e delle stagioni. Obiettivo ultimo è il ripristino del collegamento fisico tra le due sponde del Torrente Baganza non solo per dare una continuità ad un percorso significativo e strategico dal punto di vista della viabilità ciclopedonale, ma anche e soprattutto per riconoscere allo stesso quel carattere di presenza attiva nella vita del quartiere che il ponte ha sempre avuto, ricomponendo la frattura drastica operata dagli eventi calamitosi.

A questo obiettivo strategico si è cercato di dare una prima risposta di tipo ingegneristico- architettonico, ma anche di ridefinire il “river front” a diretto contatto con gli spazi urbani limitrofi, tale da realizzare non solo il nuovo collegamento fisico tra i due quartieri, ma anche una riconfigurazione degli spazi pubblici adiacenti le due testate del ponte. Si è scelto quindi di progettare un ponte ciclo-pedonale dallo skyline semplice, senza sovrastrutture, che riconfermi la linearità del ponte preesistente, capace di non alterare la visuale paesaggistica, oramai consolidata, del contesto urbano.


Questo si presenta con una forma semplice e lineare, composto da un corpo centrale rettilineo e da quattro bracci leggermente inclinati a formare una doppia Y. Il ponte Navetta, immerso in un contesto paesaggistico fluviale di prim’ordine, viene concepito non solo come connettore “veloce” ma anche come “pausa”, stasi, per concedere ai suoi fruitori la possibilità di fermarsi su di esso e, in assoluta sicurezza, osservare il torrente e il suo lento decorso. Le “pause” sono individuate da tre sedute che interrompono la linearità del ponte, sfalsandosi sia in pianta che in prospetto, ed emergendo come veri e propri volumi autonomi ma leggeri. 

A creare delle interruzioni lungo lo skyline del nuovo ponte intervengono inoltre delle “aperture”, vere e proprie finestre che si affacciano verso il torrente Baganza. La superficie continua del ponte, caratterizzata dal susseguirsi dinamico e impetuoso (come il ritmo del torrente in piena) di pannelli di alluminio pieni e microforati, è interrotta da alcuni elementi caratteristici, che si configurano come “pause” all’interno di un racconto: comode sedute in legno relazionate a puntuali aperture incorniciate da piattine di acciaio per garantire una visuale diretta verso il fiume a chi si trova comodamente seduto.La differenza di quota tra il nuovo impalcato del ponte e i livelli stradali esistenti, la necessità di mettere in sicurezza gli argini consentono di ripensare gli “attacchi a terra” del ponte come spazi pubblici accoglienti capaci di riunificare infrastruttura e paesaggio.  Il nuovo ponte ad unica campata viene traslato rispetto all’asse di questo, conformandosi però all’inclinazione dei limitrofi ponti urbani.