musei

Museo della storia e della tecnologia industriale

Restauro e allestimento dell’Istituto Altamura.

COMMITTENTE

Provincia di Foggia

TEAM

Arch. F. Russo, Arch. R. Russo, Ing. G. Sblendorio, Neostudio A.A., Arch. F. Vaccaro, Ing. G. Bove, Ing. V. Dicecca, Dott. P. Pepe, Apogeo Srl, Ing. V. Sciruicchio

LUOGO

Foggia

ANNO

2021

Lo storico edificio dell’Istituto “S. Altamura” vide il suo nucleo architettonico originario in un antico mulino a vapore in un’area esterna all’abitato rispetto all’antica planimetria della città di Foggia, ma ad oggi inglobata nel pieno centro urbano. Il 21 marzo 1864 in quel complesso edilizio venne istituita una Scuola tecnica con annesso laboratorio meccanico, per formare personale tecnico in grado di svolgere funzioni specifiche, così da garantire un’assistenza competente specialistica per la cerealicoltura sempre più meccanizzata per l’industria in decisa espansione sul territorio. Nel 1898 la Scuola Professionale per “Arti meccaniche e fabbrili” prese il nome di “Saverio Altamura”, per onorare la memoria dell’artista e patriota foggiano ad un anno dalla sua morte.

Il progetto riorganizza il percorso espositivo e museografico incentrati sulla valorizzazione degli edifici siti all’interno dell’Istituto Saverio Altamura e delle strumentazioni tecnico- industriali in esso contenute risalenti a partire dagli anni ’40 del 1800. Il percorso museale è organizzato con sezioni tematiche, diversamente caratterizzate, che si susseguono in spazi definiti andando a estroflettersi nelle corti esterne che diventano parte integrante dell’esposizione. L’idea si fonda sulla lettura delle relazioni che l’edificio ha nelle sue parti con il contesto che lo circonda, e che individua una parte museale caratterizzata da un rapporto stringente con la città, a cui si aggiunge una parte più legata agli aspetti formativi che è strettamente legata alla presenza della scuola.

Il progetto quindi rilegge l’assetto storico della città cercando di ricollegarsi alle matrici e polarità urbane che hanno generato la città di Foggia. Il nuovo accesso al complesso museale è individuato dalla presenza di una delle arterie storiche più importanti di Foggia, ossia l’ex tratturo (oggi Via Giuseppe Di Vittorio). Da qui il percorso museale riprende con forza quella che un tempo era la principale ala produttiva dell’istituto che viene tenuta insieme dal porticato che si affaccia sulla corte principale (in passato destinato come spazio di accesso alle aule produttive). Da questo nuovo accesso si sviluppa il percorso che rilegge le antiche funzioni delle diverse sale. Il percorso espositivo è incentrato sulla sequenza produttiva legata ai materiali e alle macchine che caratterizzavano le varie stanze. Così si sono individuate: aula macchine elettriche, aula produzione e lavorazione del legno, aula produzione e lavorazione del metallo, produzione e lavorazione della plastica a cui si aggiungono ambienti di servizio come: biglietteria – hall ingresso, depositi, servizi.

L’edificio, oggetto di intervento di restauro (denominato Officine macchine utensili) è inserito all’interno di una serie di capannoni posti in sequenza longitudinale ed aventi differenti caratteristiche costruttive e tipologiche. Si tratta di una vera e propria rassegna delle più svariate tipologie e particolari costruttive. Infatti, dalle diverse tipologie delle coperture presenti, si riscontrano capriate in acciaio di diversa tipologia e caratteristica, volte autoportanti in calcestruzzo e laterizio, travature reticolari in c.a. a doppia falda e a shed, piastre e graticci in c.a.

Per quanto risulti a prima vista un’architettura semplice, ad uno sguardo più attento la struttura rivela molti dettagli di notevole fattura, come ad esempio i peducchi che caratterizzano i pilastri o le modanature delle travi. Lo spazio è semplice e regolare e si estende per una superficie interna utile di 710 mq.

Gli interventi di restauro sono finalizzati alla sola riconfigurazione spaziale dell’aula principale (denominato Officine macchine utensili) preservandone le stratificazioni temporali. Gli interventi interessano l’aula principale mediante interventi di consolidamento e restauro, la demolizione del volume esterno adibito a servizi e la ricostruzione di un nuovo volume esterno ad uso servizi, l’allestimento dell’aula principale e della corte d’ingresso mediante nuova struttura scenica in quota composta da elementi metallici, l’adeguamento tecnologico degli impianti elettrici ed illuminotecnici e di condizionamento.

Il restauro del fabbricato prevede il risanamento degli intonaci ammalorati, il consolidamento delle strutture portanti senza alterarne eccessivamente le forme e dimensioni, la sostituzione del pavimento in klinker con un nuovo pavimento in lastre di graniglia di marmo a base cemento, il rispetto delle colorimetrie principali delle strutture ovvero il giallo delle capriate e l’azzurro-verde delle pilastrate, il recupero degli impianti storici a vista, rimuovendo solo gli impianti più recenti.

L’allestimento previsto per la Sala delle Macchine trae spunto dalla storia e dalle attività che hanno connotato questo ampio spazio, coniugando la valorizzazione degli elementi architettonici, strutturali e testimoniali con la fruizione museale per individuare un nuovo assetto dello spazio della Sala fortemente legato al luogo ma al contempo moderno, efficiente e scenico.

L’impianto espositivo è modulare e flessibile, basato su una griglia quadrata di passo 1,15×1,15 m che suddivide le 18 campate e guida il posizionamento dei supporti espositivi nello spazio, facilitando una visione a tutto tondo di ogni singolo reperto. Ne deriva un percorso espositivo  preferenziale, nel senso che viene suggerito ma non imposto al visitatore, che consente un’esperienza museale completa che valorizza al massimo le fattezze dei reperti esposti.  Per implementare l’orientamento e la chiarezza sequenziale, ad ogni settore è stata abbinata una specifica colorazione che connota tutti gli elementi espositivi.

La “macchina scenica” è una struttura metallica modulare e indipendente, inserita all’interno della scatola muraria in modo leggibile e rispettoso del manufatto storico.

La scelta dell’impiego del metallo, oltre a dichiarare la sua autonomia rispetto ai materiali del fabbricato, richiama la storia delle attività svolte nell’edificio come testimoniato dalle foto d’epoca che mostrano le importanti sovrastrutture in ferro funzionali allo svolgimento delle attività.

La nuova sovrastruttura allestitiva sfrutta le ampie dimensioni dello spazio ed è impostata tra la quota pavimento e la quota dei peducci, proponendo una serie di elementi dalle geometrie semplici che fluttuano tra le due quote individuate, componendo uno spazio dinamico e mai ripetitivo pur consentendo una ininterrotta visione della struttura originaria.